martedì 16 giugno 2009

POCHE PALLE: L’INTEGRAZIONE CONVIENE

Di recente mi è capitato di ascoltare, anche da insospettabili e mediamente istruiti, argomentazioni contro le politiche di integrazione. Riassumo qui sotto un repertorio di senso comune, a cui occorre replicare con risposte migliori delle mie (in corsivo).

- Accogliere tutti non si può. Non necessariamente vero.
- Accoglierli costa troppo. Falso. Costa meno dei respingimenti, e anche dei rimpatri.
- Respingerli oltre le frontiere è l'unica vera soluzione. Questa merita una testata sul naso. A parole, si può dire che evitare di affrontare un barcone di migranti non è una soluzione.
- Sotto casa mia è diventato un suk. Sporcano, si ubriacano, danno fastidio alle ragazze. Questo è un problema di ordine pubblico, che si ha anche con gli Italiani.
- Qui siamo in Italia. Una vera gestione dei flussi non si può fare. Su base numerica, non si può fare da nessuna parte. Se fosse in base a un impianto normativo equilibrato, sarebbe (quasi) ordinaria amministrazione.
- Non sai mai chi sono, perché sono senza documenti. Falso, è una minoranza. Il diritto internazionale deve rispondere, a livello europeo, su ciò che è necessario fare. Se stabilisci che entri solo con documenti validi (esclusi i rifugiati politici, chiaro), e hai rapporti chiari coi Paesi di provenienza, si può fare.
- La criminalità è aumentata per il massiccio arrivo dei romeni/albanesi/marocchini/etc. Falso, è arci noto che i reati dovuti ai nati all’estero sono cresciuti fisiologicamente, cioè in base all’aumento della popolazione in determinate aree, quindi compresa la popolazione residente. Anzi, i reati ascrivibili ai nati all’estero sono in percentuale più bassa rispetto gli Italiani.
- Gli immigrati ci rubano il lavoro, anche se è vero che fanno lavori che gli Italiani non vogliono più fare. Falsa la prima, parzialmente vera la seconda. Il vero problema è l’economia al nero, che impedisce sia il rilevamento quantitativo (si lavora su dati stimati) che qualitativo (l’Istat non è in grado di censire gli irregolari).
- Che i bambini stranieri siano separati dagli Italiani consente di seguirli meglio. Questa è una cazzata insostenibile.
- Ma nella mia classe i bambini sono rimasti indietro perché ci sono degli stranieri che non parlano l’Italiano. Se anche fosse vero, c’è il modo di aiutarli con il sostegno o con altre iniziative didattiche. Se non ti va, cambia classe, o scuola. O prenditela con i tagli al pubblico e il sostegno alle private varate da Gelmini e soci.
- Gli immigrati ci rubano la casa popolare. Perché sono più poveri? Perché non ci sono abbastanza case popolari?
- In Futuro ci saranno solo loro nel quartiere. E perché è una cosa brutta?
- Vogliono fare i padroni a casa nostra. Neanche tu sei padrone di niente. La Costituzione sancisce l’eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Anche quelli stranieri risiedenti sul territorio italiano. La prepotenza non ha razza, né colore. Tanto è vero che diresti lo stesso del tuo vicino di casa, di tuo cugino, del tizio che ti parcheggia davanti al portone.

A tutti, non solo a loro, è dedicato questo articolo, pubblicato su sbilanciamoci.info:

Il Governatore e lo straniero
di Guglielmo Ragozzino
L'immigrazione debutta a Palazzo Koch. Nella Relazione annuale della Banca d'Italia, un capitolo dedicato alla presenza degli stranieri in Italia: economia, scuola, finanza, pensioni, welfare. I numeri e le risorse dell'Italia multietnica che il governo non vuole vedere

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