venerdì 12 giugno 2009

Berlusconi, l'Italiano e lo Stato ostile / 2

Una nient'affatto serena e pacata analisi del dopo Elezioni - parte 2


Scorie


Eppure nel setaccio dell’intelligenza qualche scoria dovrà pur rimanere. Di grosso e di ovvio c’è che: uno, se Berlusconi tentenna lo fa per scandali e scandalicchi (a seconda che lo dica Famiglia Cristiana, Libero o Repubblica) da Prima Repubblica: sesso lusso e peculato -
certo non per altre e ben più gravi ragioni quali essere accusato di aver corrotto David Mills; due, i frammenti del consenso a Berlusconi che si volatilizzano finiscono per depositarsi sulla Lega, incredibilmente anzi no – e su questo torneremo; tre, l’Idv vince grazie alle sue candidature eccellenti e per effetto dei vasi comunicanti che la legano al PD; quattro, anche all’appello del voto Europeo, si comferma l’amara sentenza: la Sinistra atomica è giunta al punto di non ritorno. C’è da sperare che si possa evitare un terzo grado di giudizio.

Si mormora ancora, un po’ meno stupiti e un po’ più rassegnati del solito: ma come fa a essere così strapotente il messaggio di Berlusconi e del suo governo? A ogni elezione si fanno i conti, e anche stavolta, che il consenso doveva ritrarsi dinanzi alle vicende giudiziarie a lui collegate e dinanzi all’esibizione del suo privato, un lusso volgare denunciato dalla moglie e non certo dagli odiati togati comunisti, il supporto non è comunque mancato. Il dazio pagato è stato minimo. I suoi elettori sono rimasti, tutt’al più, perplessi. E chissà se tra loro ci sono anche gli elettori di AN, congelati dai berluscones in attesa che l’eterno maggiordomo Fini li porti di nuovo in tavola, alla fine della parabola di Berlusconi. Fine che non arriva mai.

(continua)

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