venerdì 12 giugno 2009

Berlusconi, l'Italiano e lo Stato ostile / 3

Una nient'affatto serena e pacata analisi del dopo Elezioni - parte 3


La lega bombarda


Dicevamo: c’è la sempre incomprensibile, e terribile, avanzata della Lega. I medici guardia, le cariche della polizia sui rifugiati politici, le campagne anti-rom e i respingimenti in nome della campagna elettorale permanente hanno dato i loro frutti. Come tutti i popoli che hanno poca esperienza di immigrazione (in emigrazione, invece, sarebbe laurea in secula seculorum), l’Italiano è tendenzialmente xenofobo, e la Lega gli apre la strada a sentirsi serenamente razzista. Ma questo non basta a spiegarne l’ulteriore avanzata: fin nelle Marche, anche in Emilia, anche in Toscana.
Per di più, la Lega è oggi il partito (nazionale) con l’invidiabile record di presa per il culo dei suoi elettori: in vent’anni che esiste e nonostante quattro governi dell’amato-odiato Berlusconi, il suo fare politico è improntato a un’incrollabile doppiezza.
Facciamo un breve ma significativo elenco? Secessione, niente. Federalismo? Solo fiscale, e non è detto. Roma ladrona? La Lega ha lottizzato come chiunque altro, gode dei favori di denaro di Berlusconi, incassa i rimborsi elettorali come gli altri, vota gli aumenti di stipendio ai parlamentari. Immigrati, romeni, zingari? La Bossi-Fini non solo non ha mai funzionato, ma anzi ha compromesso seriamente il funzionamento degli apparati. Vogliamo parlare della legge elettorale Calderoli? Europa? Dopo aver sostenuto che era una jattura, e l’euro una creazione di Prodi, adesso la Lega corre alle Europee ‘per difendere il latte italiano’, ossia per far ritirare le sanzioni inflitte quegli stessi allevatori che ha fin qui bellamente ignorato. Lavoro? Difende i lavoratori di Malpensa dopo aver plaudito alla formazione della Cai, creazione di Berlusconi e dei suoi sodali, prima e dopo le Politiche del 2008. Plaude a Sacconi che demolisce il diritto di sciopero, a Tremonti che in Finanziaria premia i padroni e le banche, punisce cassintegrati, disoccupati e precari, ma i suoi elettori la votano, e continuano a esibire il fantasma dell’operaio leghista come uno scalpo del fu schieramento popolare di sinistra. E tutto questo senza contare la beffa di CredieuroNord.
Il senso della rappresentanza politica della Lega si limita al gridare quello che la sua base grida. Il fare, è quello di tutti gli altri, anzi peggio, anzi meglio se coi soldi di Berlusconi.
Messa così, gli elettori della Lega sarebbero tutti poco furbi, apertamente xenofobi, ricchi di famiglia e soprattutto masochisti. E non è proprio così. La spiegazione di questo straordinario impero del consenso, che i barbari nordisti condividono con gli odiati patrizi mediolani, ha una sua spiegazione. Lontana, ma non troppo.
Risale ai tempi di Tangentopoli, dove si originarono le fortune politiche e personali di Berlusconi.

(continua)

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