mercoledì 21 agosto 2013

Walking like a dynosaur


Ci sono dei momenti in cui ti senti proprio un dinosauro. In buona compagnia, per carità, ma pur sempre roba da paleontologi. A me è successo oggi, che spulciavo le offerte di lavoro e collaborazione, per cercare di estendere la mia rete mandando qualche curriculum. A un certo punto scopro l'esistenza di un motore di ricerca specializzato in free lance che pubblica anche dieci, quindici offerte al giorno per le mansioni di copywriter.
Esploro e mi rendo conto che:
- il motore di ricerca è famosissimo e io ovviamente non ne sospettavo nemmeno l'esistenza;
- c'è gente che 'affitta' il lavoro, ovvero mette un annuncio e chi risponde meglio (risponde subito, costa poco, consegna domani) ottiene la commessa;
- rispondono da tutto il mondo, parlanti inglese, semplicemente postando un commento;
- le transazioni sono (si promettono) rapide e puntuali.

Ora, le ragioni per cui mi sento un dinosauro:
- c'è gente che sta tutto il giorno collegata, raccoglie piccole commesse una alla volta, scrive, viene pagata e si mantiene pure;
- c'è gente che parla un inglese quasi madre lingua e quindi non avrò mai accesso a quel tipo di mercato;
- quasi tutti sono iperdigitalizzati, lavorano ovunque e usano piattaforme e software che non so neanche pronunciare;
- sembra che i committenti scrivano brief chiari, o per lo meno sono disposti a collaborare.

Ora, le ragioni per cui non mi sono ancora estinto:
- il copywriter vivaddio non scrive solo testi su commissione e quindi non riesco bene a capire quale sia il valore della professione in Usa;
- i testi un tanto al chilo, professionali quanto vuoi, sono poco efficaci - e non so quanto siano studiati quelli con delivery tomorrow;
- la gara al ribasso c'è anche qui, in paleolandia;
- mentre leggi le risposte agli annunci, ti chiedi: ma questi quante cazzo di ore lavorano?

Detto questo, la caverna che abito oggi mostra un bellissimo sole agostano con temperature piacevoli, quindi credo che mi farò un caffè e riprenderò a lavorare senza pensare troppo alla provincia della provincia della provincia dell'Impero.

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