No va bene, vi devo quanto meno un aggiornamento. Cominciamo da una data, il 29 di marzo. Ambulatorio Celiachia. All’unaetrenta (come dicevo). Ma lasciamola lì per un momento, come direbbe Lucarelli. Perché c’è un uomo sulla trentacinquina che sta uscendo di casa, qualche giorno dopo, per andare a bersi la sua ultima Guinness. La birreria è il Bar San Siro, lo attendono alcuni amici. Eppure, anche questo non è l’uomo giusto. È l’uomo che sarà, non quello che è.
Quattro del mattino, 23 marzo. Gli uccellini cinguettano melodiosamente oltre le persiane di una casa a ringhiera. All’interno c’è un bimbo di sette settimane che sonnecchia dopo una colichetta da nulla, in braccio a un pigiama grigio con la barba lunga, deambulante in cucina. Non lontano da lì dormono mugolando 108 centimetri di bambino e ancora un po’ più in là svariati mucchi di coperte contenenti una normanna piuttosto vigile nonostante l’ora.
Alcuni pensieri del pigiama ruotano disordinati intorno a questi pochi e poveri elementi:
mi sono sempre piaciute le giraffe, chissà perché; è la prima volta da diversi giorni che mi alzo io, non ci riuscivo più, sarà che nel weekend ho dormito e allora; Numero Due sa di formaggio, come tutti i neonati, e non riesco a smettere di annusarlo; il Normannino a lezione di nuoto sabato, devo fare il conto di quante ne mancano; vacanze nelle Marche, mi sa che con ‘sti prezzi non le facciamo; domani sera devo assolutamente finire di omissis
Adesso spengo la luce.
Chi sa che non impari anch'io a sconfiggere la morte.
È proprio vero che non so come sto.
3 commenti:
l'unica cosa che non ho capito è "chissà che non impari anch'io a sconfiggere la morte". per il resto è bellissimo. proprio come le giraffe. che, del resto, lo sanno e si atteggiano a fotomodelle quando le guardi sbattendo le lunghe ciglia vicino alle nuvole.
vabbuò basta
te lo insegnano su trafalmadore, ho sentito. e in questo momento ne ho un po' bisogno. poi per e-mail ti dirò perché.
Dal vivo, no? Sono a Milano.
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