
Per esempio nel comportamento a tavola. Nel linguaggio. Nel rispetto degli orari: quando si mangia, quando si va a letto. Su questo cerchiamo di essere irremovibili (vabbè, insomma con un po’ di tolleranza, e ci mancherebbe).
Quando dobbiamo riprenderlo, tanto per dire, abbiamo stabilito di avvertirlo prima due o tre volte: “Guarda che adesso mi arrabbio!”. E anche di contare fino a dieci, perché sia lui stesso a imporsi di obbedire e a evitarsi la strigliata. Poi però, a costo di fingere, ci arrabbiamo davvero.
Qualche volta ho anche finto di tenergli il muso, perché l’aveva fatta grossa e dovevo fargli capire che non viene facile perdonare certi comportamenti. Qualche altra volta, sempre più raramente, arriva lo scapaccione sul sedere.
Naturalmente, tutto questo deve avere a che fare con l’educazione che ho ricevuto io, probabilmente più severa, e sarà lo stesso per la Normanna, ma: quanto stiamo davvero faticando?
Perché ogni tanto ci rendiamo conto che il Normannino è davvero un bravo bambino.
I suoi capricci sono più o meno comprensibili, comunque nei limiti della sua età. Va volentieri a scuola, prende le medicine, dorme quando deve, è prudente nei giochi e bene educato (non dovrei dirlo io, lo so) nel mangiare. Quanto di questo sarà merito delle nostre regole, del nostro amore?
Ultimamente, poi, è straordinariamente dolce e ubbidiente. Sarà per l’imminente arrivo di Numero Due? E allora viene da chiedersi: ma davvero come cambieranno le cose? Il Normannino sarà geloso, certo. Ma quanto, come, riusciremo a temperare le sue intemperanze?
Anche se non lo ammetto facilmente mi cago sott qualche timore ce l’ho.
Nessun commento:
Posta un commento