martedì 10 novembre 2009

Grand Theft Auto for Real

Visto che sono rimasto in arretrato con le sciorstoriez, ecco quella per Trentarighe ottobre. Tema: Animatore.


Grand Theft Auto for Real

Torsten dall’auto rubata nemmeno era riuscito a scendere. Il primo sparo lo aveva fatto sussultare così forte che si era morso a sangue la lingua, e per poco non si spezzava la mano contro la portiera. Teneva la testa contro lo sterzo, le ginocchia al petto impedite dal volante, mentre i finestrini esplodevano e grandinavano i colpi, schianti di sotto e sopra schiaffi di schegge. Ogni centimetro di muscoli tendini e cartilagini impegnato a sottrarre la carne ai proiettili –piccolo, più piccolo, invisibile, intoccabile. Fino a che un botto assordante sollevò tutto e fu un silenzio irreale, prima che la carcassa ricadesse sul suo metallo.
Pazzesco, solo quello gli faceva male, nella testa. Gnic gnic gnic. Non le urla, l’asfalto, il coltello davanti all’occhio. Non Becker che gli gnignava in faccia: “Ti sei pisciato addosso, cazzone!”. Non il puttan tour strafatti di coca, la caccia alla nera. Non gli stracci col vetro dentro dei Gladiatori nell’arena. Non il gioco del dentista, come Il Maratoneta. Non il manganello Svedese faccia d’angelo e culo da femmina. Quando fai questo mestiere e vuoi sistemarti, vuoi tanti soldi che parti e non torni più, che i documenti te li cancellano e neanche tua madre sa più chi sei, non te ne frega niente. Sopravvivi, dimentichi. Gnic gnic gnic.
Becker l’ha fatto. Becker c’è riuscito. Becker è pure tornato e ha messo su l’impresa. Cerca lepri. Gente che gli faccia i festini con le emozioni forti, per gente che ha i gusti particolari. Becker ha i nastri, li tiene tutti per le palle. Se muori, Becker li butta fuori e si tiene i soldi. Fine dei giochi. Le lepri sono preziose. Le lepri costano.
Ora che si lava il sangue con le dita in bocca, Torsten pensa che con tutti quei soldi minimo si compra una camicia come Steven Seagal nei film americani.

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