venerdì 30 ottobre 2009

Trentarighe amarcord

Mentre penso a come mettere in piedi un progetto che potrebbe rivelarsi interessante, mi è tornato alla mente il testo con cui eoni fa vinsi un'edizione di Trentarighe. Era ispirato alla tragedia della Thyssen Krupp. Questo.

Hai figli, te?

Moncalieri, ore quattro del mattino.
- Cossu! Ma hai figli, te?
- Due. Uno va scuola, l’altra ne ha 4.
- Eh. La mia grande si sposa.
- Oh, bella!
- Sa l’è ca’l g’ha…
- L’è la valvola. Han detto che l’han messa nuova il mes pasà.
- Nuova… Gh’avrà trint’an c’la roba chi!
- E dov’è che andate?
- Su a Moncalvo. Mi han fatto milleduecento euro. Però si mangia bene. E l’ha un bel giardin.
- Eh. Io sono in ballo con mia mamma.
- Ma porca… da quant’è che sei qui?
- Dalle sei. Capoturno era il Boccia.
- Il Boccia capisce un’ostia…. Cos’ha la mamma?
- La sta ben no. Adesso è da noi, finché non gli troviamo qualcuno.
- Chiedi al Toto, ché han preso una moldava… Bòn!
- La va?
- Attacca, ché la mettiamo in pressione.
- Varda chi… Mi sa che ‘sto serbatoio va cambiato.
- Eh, ce l’ho detto anch’io. Ma gnent...
- Di’, Balin: cosa fai questa estate?
- Sto a ca’ mia… la Maria e io andiamo a stare vicino ai miei suoceri. Coi figli grandi…
- C’è la casa vuota, neh?
- Eh, sì. Te che fai? Ostia! È in blocco.
- Aspetta che tiro via il gas…
- Bòn. Quest’è l’ultima. Se la va, ben. Se no, anduma a ca’.
- Attacco, eh?
- Taca, taca. Vieni qui, va’, che mi m’seti giò.
- Eh, l’età…
- L’età, un’ostia. Sun chi dai cinq e bòt.
- Magari vado da mio cognato, domani.
- Chi, tuo cognato?
- Quello che ha il ristorante per andar su a San Giusto…
- Ah!
- Dai, venite su a farvi una bella mangiata, ché c’è l’oca…
- Eh. Ma c’è anche mio genero.
- Eh, così festeggiamo gli sposi…. Mi dici quanti siete, e ciami su…
- Bòn. La disi a la Maria. Grazie del pensiero.
- E di che… merda! Brucia, qui…
- Ma porca…! Via, via, stacca tutto!
- Togli il gas...
- Ostia, non scarica!
- Come, non…
- Dai che lo facciamo a mano… gira la manetta… gira, gira!
- Cazzo! Non si muove!
- Gira! Gira!
- Non gira, cazzo!
- …
- Non scarica, Balin! Vieni via!
- …
- Vieni via!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Leggendo il tuo pezzo
torna la rabbia e resta una quieta malinconia. L'orrore è amplificato dalla normalità, dalle cose della vita di tutti i giorni Quei giorni che poco dopo, per loro, non ci saranno più.