venerdì 23 ottobre 2009

Mafia pulita


Gran serata al Loft 10, martedì sera, per la presentazione di Mafia pulita di Elio Veltri e Antonio Laudati sulla mafia che non si vede, non si sente, non spara. E comanda. Ospiti niente meno che Piercamillo Davigo e Salvatore Borsellino. Tra i vari motivi di interesse c’è il fatto che la materia viene raccontata, in questo saggio anomalo, attraverso cinque storie. Ho appena iniziato a leggere il libro, e la prospettiva è una possibile evoluzione del discorso cominciato da Saviano con Gomorra - e il successo sembra confermarlo. La tv non ne parla, nonostante un’affollatissima presentazione alla Camera con Fini e Marcegaglia (avete letto bene; del resto NESSUNO del centrosinistra ha mai accettato ad andare a una presentazione da giugno in poi), ma il libro desta continuo e crescente interesse, se non aperto entusiasmo, e – stando alla mia esperienza - quando addirittura la rete vendita di una casa editrice si mobilita, l’interesse suscitato deve davvero essere grande, e trasversale.
Brillavano per assenza esponenti politici dell'opposizione (se si esclude, ovviamente, Insieme per Pavia). Forse i piddini erano troppo occupati col congresso nazionale. Forse i miei compagni comunisti stavano distribuendo pagnotte fuori. Non so. Elio sta sul culo a tutti, ma per una cosa così, non potrei mai credere che si siano fatti trasportare dai rancori personali.
Diciamo pure che l'argomento, a loro, non interessa.

Elio non le manda a dire. Veemente e assai poco retorico come al solito, ne presenta i contenuti e incalza: com’è possibile che l’economia criminale sommersa valga un terzo del Pil e nessuno dice niente? è chiaro che per chiunque, a queste condizioni, sia impossibile governare.
Davigo spiega, e racconta. Piccola introduzione ai paradisi fiscali e agghiacciante panoramica sugli strumenti investigativi amputati, inadeguati, precari. Questo da trent’anni, mica c’entrano solo i governi Berlusconi. Un inciso fa sorridere: per spiegare la storia di Campanella, che al Comune di Palermo faceva i passaporti per Provenzano e diceva di non aver mai saputo, racconta: “Da ragazzino tiravo sassi contro un muretto e mi dicevano piantala, che sennò rompi il vetro”. Lui va avanti, rompe il vetro, e si becca un ceffone. “Così impari – funzione educativa della sanzione” chiosa, e aggiunge “e io piangevo e rispondevo: ‘Non l’ho fatto apposta!’. ‘E ci mancherebbe!’ mi rispondevano, e giù un altro ceffone. Così imparai da piccolino la distinzione tra colpa e dolo”.
E in un intervento conclusivo legge un brano di una (magnifica) relazione congressuale scritta nel 1985: la magistratura vive una stagione esaltante quanto illusoria al principio degli anni ’80 e, al momento di tenere alta la tensione per sferrare l’attacco finale, cade la copertura politica, il sostegno della stampa, il plauso dell’opinione pubblica. Profetica e tanto ben scritta che si potrebbe farne materia di teatro.
Salvatore Borsellino, in un lungo, articolato, rabbioso e commovente intervento racconta senza mezzi termini come è arrivato a pensare che suo fratello Paolo sia stato sacrificato dallo Stato sul piatto di una trattativa. Trattativa in cui lo Stato si è di fatto visto perdente, perché è una menzogna dire che la Mafia ha smesso di sparare quindi è meno potente, anzi è più potente che mai, ed è menzogna ancora più odiosa dire che le misure antimafia siano accresciute e inasprite dopo la stagione delle stragi del ‘92/’93. Anzi, sono diminuite a tutto campo.
Nota particolare merita il sciur sindic Alessandro Cattaneo, trentenne del PdL e già segretario cittadino di Forza Italia, che conferma i suoi bei modi e la sua faccia pulita annunciando che la Commissione Antimafia comunale (come chiesto da Il Cantiere prima e da Insieme per Pavia poi), se n'è convinto, era da farsi e si farà. Buona notizia.
Poi parla un po’ di mafia, dice di interessarsi molto alla cultura della legalità e insomma sembra quasi una bella figura. Finché fa riferimento al rientro dei capitali dall’estero e qualcuno sobbalza sulla sedia – E chi l’ha fatto, lo scudo fiscale, Babbo Natale? E dimentica del tutto la notizia del giorno, ossia l’arresto di Rosanna Gariboldi, moglie del "faraone" Abelli, suo sponsor politico, con l’accusa -tra l'altro- di riciclaggio nella vicenda della bonifica dell’area di Santa Giulia a Milano, in cui si sospetta che l’imprenditore Grossi abbia favorito la cosca dei Mancuso.
Questo non vuol dire, naturalmente, che il bravo ragazzo Alessandro sia una cattiva persona, no. Anzi. Ma che debba rivedere la sua abitudine a frequentare cattive compagnie e i cattivi maestri, sì.

Mafia pulita
Elio Veltri e Antonio Laudati
Longanesi, 2009

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