lunedì 26 ottobre 2009

DONNE (ma niente dududu) parte 5


Le elezioni con il televoter

Con questo non intendo dire che la colpa stia tutta a destra. Non esiste una destra così, neanche quella di Berlusconi è così. E nemmeno la destra populista di Berlusconi è così potente da entrarci nel cervello come lama nel burro. Tuttavia, come dicevo un poco più sopra, il problema è politico: il marciume fin qui –certo insufficientemente- raccontato è anche il prodotto dell’ondata di restaurazione revanchista che la destra ha portato avanti costantemente: i comunisti, e tutti i loro amici, sono nemici. Per comunisti si intendono i progressisti tutti, quindi chi sostiene cosette come pace, amore, pari diritti, laicità di pensiero e libertà di orientamento sessuale sono potenziali bersagli. In marketing si chiama induzione del bisogno: vuoi qualcuno che ti levi di dosso il pensiero? Guarda, io l’ho fatto, e sono un uomo di successo.
Per muover guerra elettorale a questi molli buonisti, non s’è trovato niente di meglio che buttarla sulla gnocca, sul fucile, sul fatto che se i deboli son deboli un motivo ci sarà. Pensiamo come pensa, sotto sotto, l’italiano ignorante. Facciamo leva sui suoi istinti, sul fatto che ne ha abbastanza del faticoso distinguo di Veltroni, di Amato, dei costituzionalisti. Siamo in tempi di arabi che buttano aerei sui buoni e sani Americani del Piano Marshall, che diamine.
Tutto questo non sarebbe riuscito senza la complicità del vuoto d’opposizione. Ah, la tentazione a sinistra di agganciare il modello di successo: meno pasionarie alla Rosy Bindi e più bellezza inutile alla Melandri. Ma ve lo ricordate che volevano far deputato la Parietti perché “Oltre che bella, è intelligente”? Vedi, darling, a rappresentare il tuo stipendio ci mando già un gran bel paio di gambe; se poi pensa pure, vedrai che roba. Doppio ah, che bello riciclarsi a moderni frantumando l’architrave della coscienza di classe in nome di un liberismo da banca immagine chiamato ‘riformismo’ e alleandosi con una classe imprenditoriale cialtrona. Triplo ah, fantastico, mettiamoli a morte politica anche noi, i comunisti, che ci hanno rampognato mezzo secolo con la questione morale!
Eppure neanche questo basterebbe a spiegare l’enormità e pervasività del fenomeno.
Negli ultimi vent’anni è successo che i linguaggi della politica e della televisione si sono sovrapposti al punto di essere indistinguibili: la televisione si è allontanata ancora di più dalla realtà dei fatti per ossequio alla politica, e la politica si è allontanata talmente tanto dalla realtà da identificarsi con la televisione. Tanto che Rifondazione e sinistre atomizzate sono scomparse, più che dal Parlamento, dall’immaginario, perché non sono più in video, non sono più protette dal rassicurante cachemire di Bertinotti.

(segue)

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