venerdì 17 luglio 2009

C'est l'amour


Non so quanti conoscano questo vecchio film da pomeriggio. Billy Wilder dirige Jack Lemmon e Juliet Mills a Ischia, con cameo di Pippo Franco e altri buoni caratteristi. Non so nemmeno perché e come accade che vi sia in qualche modo affezionato. Sarà che questi film li ho visti tutti con mia madre, sarà che davvero divertente lo è, con quel suo tipizzare gli Italiani con la mano che sa usare lo stereotipo e voltarlo alla situazione comica, al sentimento. E pensare che Wilder voleva mostrare agli inglesi e agli americani quanto poco sapevano dell’Italia e dei suoi abitanti. Non è neanche riuscitissimo, un po’ troppo ‘rilassato’ anche per quell’epoca.


Eppure a me piace. Guardo in faccia Jack come si scruta una mappa geografica alla ricerca del punto ove arriverà la prossima battuta. Guardo la stranezza svampita della Mills prendersi gioco di quello che all’inizio degli anni ’70 doveva essere un codice morale. Guardo anche i miei ricordi di un vecchio film annacquarsi nel romantico, poco sentimentale e poco stucchevole, appena brillante, ma romantico. Una storia d’amore – è difficile scrivere storie d’amore – che è senza pensieri pur avendone tanti. Per scelta, per così dire, dei personaggi. Del narratore. Financo dello spettatore che si lasci coinvolgere non tanto nel partenopeo e nella canzone, quanto nella sincera constatazione che, talvolta, non c’è limite a quanto l’innamorarsi può fare.

Avanti, avanti!
(Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?), 1972

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