giovedì 4 giugno 2009

La Casa del Bambino Metro

Certe volte giri casa tua e ti rendi conto che non è più la stessa. Prendiamo ieri l'altro. Saetta e Doc si erano nascosti nello sgabuzzino, insieme alle scarpe. Il Colonnello Hathi, detto anche Capobranco, stazionava nel forno a microonde (graziaddio staccato), il leopardo - facciamo finta che è Bagheera che una pantera non ce l'abbiamo - dentro il portapane, con il tubo di benzina dell'autobotte della Lego - facciamo finta che è Kaa che un serpente non ce l'abbiamo. Quattro libri sul comodino, cricketto piccolo sul tavolo di cucina, Rosita (la scimmia di peluche) Pandone e Pandino sul divanetto a guardare la tv, due playmobil arrampicati sulla sedia del soggiorno, Ramon e lo Sceriffo in cameretta, la tigre Shere Khan in bagno, gruppi di automobiline sotto le finestre, un rinoceronte in libreria.
Dopo aver messo un po' a posto pensavo, tra me e me, che senza tutte queste cose la casa non è più riconoscibile: come se non fosse abitata, che noia.
Il Normannino, bambino metro (100cm per 18kg), stava esplorando il suo libro magnetico dei trasporti sotto le domande vigili della Normanna. Ci si apprestava ad andare a letto. Mi sono guardato intorno e, non sapendo bene perché, ho preso il rinoceronte, una vecchia gru Laing del '71 e una renault alpine gialla del '75, e li ho messi in bella vista sul tavolo di cucina appena riordinato.
Ho atteso due secondi mentre di là si discuteva di cosa diavolo fa un hovercraft e poi, con un certo sollievo, sono andato a preparare la stanza per la notte.

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