lunedì 15 giugno 2009

Berlusconi, l'Italiano e lo Stato ostile / 4

Una nient'affatto serena e pacata analisi del dopo Elezioni - parte 4

La mamma partito


Quando Tangentopoli faceva scrivere sui muri viva il pool, l’Italiano osservava cauto e scettico l’eroe Di Pietro, diceva a tutti di non aver mai votato per la DC o il PSI e discettava sul fatto che, adesso, non si poteva nemmeno gettare la croce addosso a tutti. C’era un sistema, occorreva adeguarsi. E poi si sa che ai livelli alti non si paga mai.

Bisogna comprenderlo, compatirlo. Per gli Italiani grama gente (povera, semplice) i partiti erano la mamma. A cui chiedere per sistemarsi. Di cui lagnarsi se si alleava con questa o quell’altra comare, da difendere se veniva attaccata. E Lo Stato era la casa di famiglia: caro rifugio per i tempi bui, insopportabile prigione quando la luce brilla fuori dalle finestre. Pur sempre il luogo dell’autorevolezza, delle radici, dell’educazione.
Il padre? Eh, il padre non era sempre certo: Gramsci e Togliatti, De Gasperi. Preti, madonne. Ex fascisti. Carcerati, anarchici. Americani, francesi, cinesi. Russi. Qualcuno che insegnasse una via alla democrazia per un Paese giovane, rissoso, ma grato d’esser sopravvissuto all’inferno della guerra, e quasi fuori dall’incubo della fame.

Con la strategia della tensione, le stragi, il terrorismo e la repressione, l’Italiano bambino si stringeva al petto della mamma partito, militava per lei e per sé, andava a scuola di vita con la militanza e poi tornava alle urne per raccontare cosa aveva imparato. Nella casa Stato, però,
qualcosa s’era incrinato. Ombre, minacce. La casa in cui era nato, costruita dai genitori o dai nonni partigiani, pareva nascondere qualcosa. Si cominciò a diffidare, coltivare rancori. Ad andarsene, addirittura a combattere, lo Stato. Il fatto era che lo Stato pareva esser diventato proprietà di qualcuno, e non la casa di tutti. E questo qualcuno intendeva disporne a proprio piacimento.
Visto che la mamma non si poteva discutere, ci si guardò dai padri: meglio allontanarsi. Meglio distrarsi, dopo la sbornia di sangue. Meglio marinare la scuola di vita e divertirsi. La mamma partito provò a mettersi in mezzo, ma niente. Arrivò il momento in cui la politica non contava più. Lo chiamarono riflusso. Erano i padroni alla riscossa, protetti dalla Loggia. E c’era anche quel robusto decisionista che pareva aver chiaro tutto, poteva badare lui alla mamma partito, e se è per quello pure alle altre mamme. E poi, poi diavolo quanti soldi pareva portasse a casa. L’Italia pareva l’America: e chi ci ferma più?


(continua)

Se volete, potete leggere la versione integrale dell'articolo su insiemeperpavia e direfarebaciare, con il titolo "Nel setaccio dell'intelligenza".

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