mercoledì 23 luglio 2008

In hoc signo vinces

Nell'anno di disgrazia 2008, l'Italia modificò il suo statuto di democrazia parlamentare in un'oligarchia autoritaria su base censuaria. Il primo atto formale fu simbolico: l'approvazione di un decreto che nei fatti confliggeva con quanto affermato dalla prima Costituzione repubblicana, ossia che tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla Legge. Non si fece nulla, allora, per sanare il conflitto - se non il fatto stesso di negare l'evidenza, sia con mezzi istituzionali che accentuando la pressione sui media, già sotto stretto controllo. Anzi da quella 'breccia' prese l'avvio il programma di Revisione Costituzionale che conosciamo, voluto dalla sola maggioranza parlamentare, complice un'evanescente (se non collusa) opposizione. Questo, pochi anni prima che il sistema-Italia fallisse per opera del Piano Fantasia (come fu chiamato all'epoca) del Ministro Tremonti, che allargò spaventosamente la forbice del reddito. E prima che l'Unione Europea si vedesse costretta a sancire l'espulsione del Paese dal novero dei 25.

2 commenti:

Gianluca ha detto...

oltre a pensare di emigrare e/o fare scongiuri affinché il presidente del consiglio muoia al più presto, che fare contro una realtà ottusa e collusa, nel suo sfacelo reale e propagandisticamente efficace? indignarsi, rigettare il veleno che filtra sottopelle, mantenersi lucidi, godersi la vita al massimo. non basta. non mi basta. un saluto.

zesitian ha detto...

ciao, bonaventura. lieto di ritrovarti. direi: farsi girare in testa quel motivo, si cantava qualche annetto fa, faceva così: non mi avrete mai/come volete voi...
l'uomo prima o poi muore. è quel che lascia, il problema.