venerdì 14 marzo 2008

Ze program/3: VOGLIO UN PAESE MASSAIA

Chiusa la parentesi-sfogo sulle prese per il culo del linguaggio politico corrente, parliamo di metodo. Chi mi conosce lo sa: non capisco un cazzo di economia e finanza. Arrivo a mala pena a capire il senso generale di quello che leggo sui giornali, e praticamente solo quando a scrivere è Galapagos de Il Manifesto. Però oggi parlo lo stesso di economia. E di pianificazione.
Esempio: mi ha sempre fatto infuriare l’idea che, se un Paese invecchia, ci si deve preparare a ridurre (non: razionalizzare) la spesa sociale perché sennò cresce troppo. Geniale. Mi stanno dicendo: che sfiga diventar vecchi tra trent’anni, mi spiace. Del resto, anche tu: nascere nei ’70...
Mia mamma, se sa che deve imbiancare perché i muri invecchiano, mette via due soldini in previsione di farlo. Non abbatte i muri.
Se pagando la spazzatura si rende conto che le costerebbe molto meno fare la differenziata, avere meno imballi, mettere meno petrolio di mezzo tra lei e la spesa del supermercato; se facendo benzina vede che usare il metano sarebbe molto meglio e meglio ancora sarà l’idrogeno; e infine se alla riunione di condominio si rende conto che mettersi d’accordo per l’uso del pianerottolo è assai più conveniente che scannarsi, e che cercare di esportare i suoi metodi educativi in altre famiglie è per lo meno inutile, mia mamma che farebbe?
Ciò che è meglio per me, per i miei fratelli, per i miei figli.
Quindi: la mancanza di un’idea, di un progetto, di una pianificazione, di una visione complessiva danneggia una famiglia come una città come uno Stato. Quindi credo che voterò chi nel suo programma proverà a fornirmi un’alternativa, un progetto, uno sguardo sul futuro.
Oppure mia mamma.

1 commento:

virginie ha detto...

io voto la tua mamma (ma anche la mia, nel caso)