martedì 8 ottobre 2013

Lampedusa

A proposito di responsabilità, mentre ancora centinaia di cadaveri sono sul fondo del mare, viene da pensare che queste morti, e quelle che l'hanno preceduta in silenzio, pesano sulla coscienza di chi ha istituito il reato di immigrazione clandestina, e di chi ha ideato e poi votato la Bossi-Fini. Poi, anche di altri, ma soprattutto sulla loro.
Visto che nessuno avrà mai giustizia, tocca sperare in un dio dalla memoria lunga e dalla mano ferma. Un dio vendicativo, come ce ne sono solo in Africa.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarebbe come dire che le morti in autostrada sono colpa di chi ha inventato il guard rail...

zesitian ha detto...

non diciamo cazzate. e firmati, per favore.

MDR ha detto...

Allora, facciamo una cosa: spiegami, ma in maniera basica così che anche uno che “dice cazzate” possa capire, qual è il rapporto di causa-effetto tra l’istituzione del reato di immigrazione clandestina e le morti al largo di Lampedusa. No, perché a me hanno insegnato che per parlare di “colpa”, o anche solo di “responsabilità morale”, sia necessaria almeno una qualche consequenzialità tra gli atti/comportamenti di qualcuno e gli accadimenti che da quegli atti/comportamenti si vorrebbero far discendere. Se io ti tiro una palla da biliardo in mezzo agli occhi e tu finisci all’altro mondo, è sicuramente colpa mia. Se io ti incoraggio ad andare a passeggio in montagna nonostante minacci tempesta e tu cadi in un crepaccio, ho di sicuro quanto meno una “responsabilità morale”. Ma qui, di che cosa stiamo parlando? In che modo l’adozione della Bossi-Fini avrebbe spinto quei poveretti a prendere il mare su una carretta scassata, e a mettere la loro vita in mano a uno scafista senza scrupoli? E se tale legge non fosse stata in vigore, ci avrebbero forse ripensato e avrebbero deciso di non partire? O non è piuttosto vero il contrario, cioè che una legislazione più permissiva nel Paese di approdo fungerebbe da ulteriore stimolo alla partenza per chi già di motivi ne ha in abbondanza (disperazione, fame, guerre, ecc)? E che quindi, per una semplice questione di numeri, più barconi in mare equivarrebbero anche a una maggiore probabilità di naufragi?
Poi, per carità, non è che la Bossi-Fini sia un feticcio intoccabile. Si può pure decidere di emendarla o di abolirla domattina, a patto che contestualmente si dica come e con quali strumenti si intende gestire la questione. Strumenti che, va da sé, non possono ridursi alla semplice, e un po’ pelosa, prassi dell’accoglienza indiscriminata. Altrimenti, se mai si arriverà a abolire il reato di immigrazione clandestina, si tratterà solo di un’operazione di facciata, buona al massimo per salvare le coscienze della politica ma non per governare l’immigrazione con dignità. Dignità degli immigrati, certo, ma anche e soprattutto nostra.
La firma: mi chiamo Marco De Rosa, sono arrivato sul tuo blog “rimbalzando” più o meno per caso da altro indirizzo. Scusa se le mie “cazzate” ti hanno turbato o infastidito, ma ogni tanto tocca guardare in faccia la realtà…

zesitian ha detto...

caro Marco, la realtà parla da sola: l'accoglienza non deve essere indiscriminata, ma deve essere. le leggi basate sulla chiusura delle frontiere sono fallimentari, persino gli Usa lo ammettono, da anni. c'è chi studia i flussi migratori e il diritto internazionale, ci sono i servizi di intelligence civile, gli osservatori internazionali. fare una buona legge non dev'essere un'impresa così ardua. la bossi-fini e l'istituzione del reato di clandestinità impediscono di fatto di migrare alla luce del sole. e buttano nelle mani degli scafisti centinaia di migliaia di persone ogni anno che hanno il diritto di fuggire. certo che la bossi-fini non è una pistola puntata, ma oltre agli effetti materiali che produce, contribuisce anche a creare una non-cultura come quella che ha prodotto il reato di clandestinità. la responsabilità morale - almeno una sua parte - è proprio di chi fece quella legge proclamando (è cronaca) di prendere i barconi a cannonate. il legislatore è un compito che va preso sul serio, e la responsabilità morale degli effetti di una legge non sfugge a questo principio. il paragone del guard-rail è una gran cazzata, certo che mi infastidisce: a semplificazione estrema, reagisco tagliando corto, cortissimo. a una risposta meglio argomentata (piccata) rispondo spiegandomi meglio.