giovedì 18 luglio 2013

Mitridatizzati e stanchi

 
Ricordo una discussione, anni fa, via blog, con un leghista che sosteneva l'eterna balla della Lega partito popolare evoluto, federalista. Sosteneva che fosse ormai tramontato il mito del leghista troglodita e ignorante, che ci trovavamo in una nuova era, in cui era la Lega ora a riflettere l'Italia allo specchio, il popolo autentico e lavoratore, in guerra contro lo Stato oppressore.
Discussione inutile, perché - allora come oggi con i cinque stelle - c'era un sacco di gente che per botta di indignazione vota di stomaco, sulle proprie scarpe. Hai voglia a farli ragionare.
Ora però tendo a dargli ragione.
Calderoli, Alfano, Grillo, Monti, Letta oggi sono lo specchio di questo Paese.
Che non scende in piazza - per rispondere con una semplificazione alla domanda che pone Saviano su L'Espresso - perché si è mitridatizzato contro tutti e tutto.
Se non riusciamo a far dimettere Calderoli dalla vicepresidenza del Senato (verrebbe da dire: se Calderoli è vicepresidente del Senato, Alfano ministro dell'Interno, etc - ma così andremmo avanti per ore), se Letta (e Napolitano!) difende Alfano che fa una figura di merda planetaria assieme a tutti i suoi, se Grillo va da Napolitano e balbetta, se Monti e montisti continuano ad adorare il dio finanza, se persino il papa Gesuita sorpassa lo Stato in modernità introducendo il reato di tortura e stigmatizzando i lager che chiamano cpt, beh, se succede tutto questo e non ci incazziamo è perché da settimane, da mesi, da anni, da un ventennio almeno ci hanno mitridatizzato le palle, inoculandoci pian piano le loro velenosissime cazzate senza importanza.
Ora che la somma delle cazzate senza importanza ci ha reso tutti re Theoden prima della cura-Gandalf, abbiamo le palle troppo sgonfie e gli occhi troppo gonfi, a furia di inventarcene una per sopravvivere. Siamo un Paese mitridatizzato, che quando si guarda allo specchio si vede Pertini che esulta ai Mondiali dell'82, e invece è Alfano che si guarda intorno con gli occhi a palla e il palo in culo, o un cicchitto qualsiasi mentre dice che il dissidente kazako, comunque, non è mica uno stinco di santo.

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