lunedì 12 novembre 2012

I tuoi occhi celesti. Stefano Benni è tornato


Benni è tornato. (No, nessun dubbio in merito).
Dopo i libri infelici che mi avevano spinto a scrivere una stroncatura in forma di lettera, finalmente un libro felice, evoluto, con la sua vena intatta dentro. Di tutte le ricchezze è lontano dalla comicità di Bar Sport e da Baol, piuttosto è vicino alla poesia di Prima o poi l'amore arriva e Blues in sedici, magari è imparentato per malinconia con Comici spaventati guerrieri e con il film Musica per vecchi animali. Ha forse qualcosa della Grammatica di Dio.
Ma è qualcosa di nuovo.
Ero sicuro che ne avesse ancora, di cose da dire il Stefano amabile e burbera suocera, anzi mi stupiva che fossero alla fine così evanescenti, così poco espressivi e male assemblati i romanzi (e i racconti) usciti da Margherita Dolcevita in poi. Ora che ci penso, soffrivano di una certa rabbia repressa, di una depressione male intesa, di un conflitto irrisolto tra autore e pubblico: lo dico perché qui si respira tutt'altra aria, un'aria tersa e vibrante come le mattine pungenti che svegliano il protagonista, forse pacificata. Non che il punto di vista benniano, con le sue punte di surreale, la sua energia compositiva e il suo umorismo malinconico, sia più distaccato: è esattamente l'opposto.
Il lupo ha battuto il muro in velocità, l'ha saltato o l'ha aggirato o l'ha bucato: insomma tutto quel viluppo di rabbia cieca che aveva alzato un muro invisibile, imprigionando il nostro in un acquario e annebbiando la sua scrittura per asfissia, ora è dissolto e stemperato. Tutto ha colori più vivi e più autentici, e il nostro giovane ultrasessantenne è infine cresciuto, come dopo la febbre il bambino convalescente.
Non che non abbia difetti, anzi. Ma sa raccontare
E quel che racconta è di un amore e anzi dell'amore in alcune sue forme, comprese quelle che hanno a che fare con l'odio e con il fascino segreto dei segreti.
La trama, la trovate qui.
Io me ne torno soddisfatto ad aspettare il prossimo romanzo e vi lascio al piacere di farvi raccontare una storia.
Se qualcuno volesse farne un film, oh - io sono pronto.

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