martedì 18 maggio 2010

Incompleto / 1



Il fatto è che torno al lavoro dopo cinque giorni da badante. La Normanna doveva liberarsi di un'ernia, operata oggi dimessa domani. Allettata, però: non è che coi punti in pancia puoi alzare sette chili di bambino per non parlare degli oltre diciotto del fratello. Anche starnutire pare una coltellata. Così comincia l'avventura.

La giornata tipo - a casa in permesso per assistenza al coniuge - comincia alle cinquemmezzosei con la fame di Numero Due e prosegue con colazione e preparazione del Normannino, poi senza interruzioni si fanno cose fino alla mezzanotte circa. Spesa, cucinare, commissioni varie, qualche timida pulizia, lavatrici e anche no, cambi e pasti del piccolo, gestione del maggiore, nugoli di telefonate. Per un paio di giorni graziaddio è venuta anche mia suocera. E questa settimana torna di nuovo per altri due giorni.

Il fatto è che, stanco come una bestia da soma, mi sento meglio. E non ho un cazzo di voglia di tornare a sentirmi inutile, seduto a una tastiera con nuove tacche d'onore nell'inutile guerra all'idiota – che come tutti sanno è persa per definizione.

Ah ma io sono Fabio Massimo il Cunctator, ci sono e non ci sono, io logoro e mi logoro, mordo e fuggo, anzi non mordo anzi non fuggo.

Solo così posso sfuggire alla disfatta final.

(in foto, un denario di QFM tratto da un sito di numismatica)

1 commento:

Filo ha detto...

Non so te, ma io - benché distrutto - in quelle condizioni ci vivrei.
Ogni giorno, intendo.
Se non altro hai la sensazione fisica di far qualcosa di utile.