giovedì 27 maggio 2010

Donne che odiano le donne


Cara L’Unità, care Valente, Marzano e Fantozzi: se interessa, questo è il parere di un uomo. Marito. Padre. Lavoratore dipendente nel privato. Mi preme osservare tre cose.

Una, come scrive Fantozzi, manca la solidarietà femminile: nelle lettere, nei commenti, ho trovato un’agghiacciante grettezza. La stessa delle donne di Adro: se tutti rispettassero le regole, non saremmo a questo punto. Peccato che per regole si intendano tariffe, e non doveri morali: “Per colpa di qualcuno, non si fa più credito a nessuno”. Grettezza figlia di una frustrazione infinita: io sono stato educato al rispetto, ma adesso vedo che intorno a me vince chi non rispetta. Non posso andare contro la mia educazione, ma posso rinchiuderla dentro un guanto di ferro e ferire chi non è come me, viola il mio recinto di certezze.

Due, Marzano e Valente giustamente ricordano a quelle disorientate, ma anche, perdonate la franchezza, ottuse donne che ribattono “Hai voluto un figlio adesso non ti lamentare” o “A me, nessuno m’aiuta”, che gli strumenti per la parità esistono, come esistono gli strumenti per cancellare o prevenire gli abusi. Esistono le politiche di maternità che in Francia si fanno da 30 anni perché si studiano da 30 anni. Da noi si studia come evadere le tasse. Come rimontare la graduatoria per l'attesa degli asili nido. Invidiando chi è più povero di noi, magari un poco più scuretto, perché la sua fame lo mette davanti a noi.

Tre, da questo vuoto culturale in cui il corpo della donna è alternativamente fabbrica del consenso, manifesto religioso, campo di sperimentazione, terreno di strumentalizzazione, emerge un altro pericoloso segnale: non siamo più solo noi maschi a non capire e non sapere nulla di cosa sia il corpo femminile, e la maternità, e la pari opportunità. Sono le stesse donne, più interessate a scoprire chi è andato in finta maternità nell'ufficio a fianco invece che trovare soluzioni all'eterna battaglia per abbattere la discriminazione di genere. O di negare il saluto alla vicina di casa migrante o migrata invece di portarle l'arrosto perché "Ne ho fatte due fette in più e se non ci si aiuta tra noi".

A questo si rimedia ponendo sempre la stessa domanda a queste donne così poco solidali, così poco disposte a stare dalla parte di chi sta dalla loro parte: scusa, ma tu, per chi hai votato? Dovremmo avere tutti il sospetto che, ribellandoci, avremmo ottenuto di più che non liti condominiali su chi se ne approfitta e chi no.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Vabè incommentabili le donne (e gli uomini, ovviamente) che ragionano così, hai voluto il figlio e ora vuoi pure lavorare ecc. ecc.?
Le peggiori nemiche delle loro figlie.
Francesca

virginie ha detto...

non è argomento che si liquidi in due battute. io, lo sapete, sono di un'altra generazione: ho fatto pure i collettivi di autocoscienza e palle varie. però temo che ci sia unb equivoco: non è che stia scomparendo la solidarietà tra donne, sta scomparendo la solidarietà tout court

Anonimo ha detto...

just stopping by to say hey