giovedì 3 dicembre 2009

Cose

Per Trentarighe dicembre, Fernandel. Tema: demolizioni.


Cose

Non l’avevo mai visto, il pompiere che trovai davanti a casa mia. Doveva essere arrivato da poco. Barba lunga, occhi segnati. Somigliava a un me stesso più grasso e più vecchio.
- Mi aiuta? - chiesi, facendo cenno al voluminoso involto di borse di tela e sacchi di juta.
Fece sì col capo, e mi guidò rapido sulle macerie.
- Sei sicuro di volerlo fare?
Lo fissai feroce sulla nuca, reprimendo un moto di stizza.
- Guardi, ci metto due minuti…
- No, non è questo – e si fermò in cima al cumulo, si alzò il casco sugli occhi, evitando il mio sguardo. Poi scosse le spalle.
- Sono solo cose.
Aprii la bocca. Cose? Sono le mie cose! avrei detto, ma il fiato mi si strozzò in gola. E lui era già sceso verso il cratere che era stato il salotto.
Era cintato, tenne sollevato per me il nastro. Non fui in grado di apprezzare la gentilezza. Buttai rabbiosamente nelle sacche i vestiti, qualche quadro, una lampada e la borsa dei medicinali; tutta roba che avevo ammonticchiato in un angolo riparato, la prima volta. Guardai il resto con una stretta al petto: la credenza che profumava ancora di biscotti, l’orologio orribile e bellissimo fatto dal nonno con gli scarti d’officina, i fiori che rivestivano il divano –da bambino ci passavo sopra i polpastrelli, fantasticando.
- E i nostri morti, cosa sono. Cose anche quelle? - sibilai aspro, alzando le borse e la testa. Era un’assurdità, chiaro, ma volevo colpirlo, e sotto la cintura.
Si strinse di nuovo nelle spalle, risalendo e ridiscendendo leggero al mio fianco.
- Certo. Sono cose, anche quelle.
Mi inchiodai là dov’ero, esterrefatto. Lui mi guardò negli occhi.
- Sono corpi, solo corpi – e fece un gesto vago - Non c’è più nessuno, là sotto.
E se ne andò, diretto a un’altra casa, il casco giallo nella nebbia. Il suo compito era finito.

1 commento:

virginie ha detto...

beh, non è male manco questo: ma l'altro è molto più forte, più incisivo, fa più male. e, insomma, colpisce meglio