mercoledì 22 luglio 2009

Abruzzo: dopo il terremoto, la truffa


Ci sono cose difficili da nascondere. I Tg ci riescono, naturalmente, ma tra poco non potranno più farlo. Perché, vedete, in Abruzzo verrà al pettine dell'autunno il nodo fondamentale della politica di questo osceno e inqualificabile governo: da un lato tanta tanta televisione e campagna immagine e G8 e finti applausi quando passa Berlusconi; dall'altro, controllo e repressione del territorio. Le conferme sono facili da trovarsi: fatevi un giretto in Rete, se non ci credete. Questa, per esempio, è recente.
I campi sono strapieni di polizia, per lo più in borghese, con la protezione civile a fare anche la sorveglianza. Non si può stampare nè diffondere volantini. Non si possono stampare i giornali. Non si può manifestare. Non ci si può riunire in più di tre senza che intervenga un sorvegliante. Non si può invitare nessuno e, se si vuole far visita ai parenti, in un paio di campi, si paga. Ma a parte questi esperimenti di controllo sociale che sembrano scritti col compasso di Propaganda2, c'è la questione - assai più importante - del diritto di tornare ad abitare nelle proprie case.

All'indomani del lutto, voi cosa avreste fatto? Avreste chiesto al sindaco: ascolta, com'è che si può fare a riavere una casa entro l'inverno? E il sindaco avrebbe risposto: guarda, è aprile, stanziati i fondi, con gli aiuti e i prefabbricati offerti da Trentino e Friuli, tra Vigili del Fuoco e Protezione Civile, per fine agosto ce la dovremmo fare. Prima le frazioni di montagna, poi a scendere. Facciamo l'inverno così, e prima possibile ricostruiamo quello che non è caduto. Sensato, no? 48 comuni, il supporto dello Stato, le Regioni amiche. E soldi, tanti soldi. Sarebbe stata una lezione di civiltà e dignità.

E invece, no. Leggete come sono andate le cose, e come andranno, sul sito de il Manifesto.
Certo, è tutta una montatura dei soliti comunisti.

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