giovedì 18 giugno 2009

Berlusconi, l’Italiano e lo Stato ostile / 9

Una nient’affatto serena e pacata analisi del dopo Elezioni - parte 9



L’alternativa è conflitto

Il peccato più evidente del centrosinistra, e da qualche anno anche della sinistra, è stata l’incapacità di rappresentare l’alternativa - si dice così. E anche di comunicarlo, ma questa è una vecchia storia. Come costruire l’alternativa, se non era chiaro prima, lo è adesso. Per opporsi a Berlusconi occorre capire cosa è Berlusconi. E fare il contrario.

Berlusconi è la forbice sociale che si allarga. La tentazione autoritaria. È l’illegalità premiata, l’appello all’evasione fiscale. È populismo. È il ricco contro il povero, che mette il povero contro il più povero. È soldi per se stesso e per i sodali in affari. È anche, a volte e non tutta, Confindustria. Berlusconi è anche la Lega, quando parla di immigrazione. È il padrone, e i padroni se non gli piaci ti licenziano. È insensibile al diritto internazionale. È cattolico perché il Vaticano è potere. È l’occupazione delle frequenze e la lottizzazione della Rai. È tutto e completamente ripiegato su se stesso. È un bluff riuscito, perché nessuno va mai a vedere. Berlusconi disprezza gli Italiani. Ma non ne può fare a meno, è malato di consenso. Berlusconi è menzogna.

Tutto ciò che non è Berlusconi può essere vera opposizione. Di conseguenza: redistribuzione, informazione, legalità, immigrazione, laicità. Sostenere politiche di redistribuzione: tassare le rendite e i grandi patrimoni finanziari, ridurre il prelievo fiscale prima ai precari, poi ai lavoratori dipendenti e poi a tutti, gradualmente ma continuativamente. Sostenere l’operaio contro il padrone: la cassa integrazione va estesa ai precari, va prevista la defiscalizzazione per le piccole imprese che producono, innovano e assumono. Informazione: contro le menzogne e le campagne immagine di Berlusconi, per arginare lo strapotere delle sue televisioni, non c’è che informare correttamente, proteggere l’editoria indipendente, liberare le frequenze, liberare la Rai dall’influenza dei partiti. Legalità: recupero dell’evasione, istituzione del conflitto di interessi per costituzione, radere al suolo il palco delle leggi che protegge Berlusconi, a cominciare dal lodo Alfano e dalla legge sulle intercettazioni, riscrivere le norme in materia di reati finanziari. Immigrazione: la gestione dei flussi non è né ordine pubblico né lavoro a chiamata. O si comprende che l’immigrazione ci sarà sempre, che è un tema internazionale, e soprattutto che porta benefici all’economia, non danni, o è meglio ritirarsi, sciogliere il partito, smettere di fare politica.Laicità: non è ammissibile che un partito non abbia una linea politica su diritti civili e temi etici, perché significa che non è degno di rappresentare nessuno. La libertà di coscienza è una linea. Il cattolicesimo oltranzista è una linea. Avere dubbi e aprire dibattito è una linea. Avere quindici linee per dieci dirigenti è un insulto all’intelligenza degli elettori.
(continua)

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