venerdì 5 dicembre 2008

La palude di Berlinguer

Rileggevo.


I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. [...].
Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le "operazioni" che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell'interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un'autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un'attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti.

La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell'Italia d'oggi, fa tutt'uno con l'occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt'uno con la guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. [...] Quel che deve interessare veramente è la sorte del paese. Se si continua in questo modo, in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude.

da La questione morale, di Enrico Berlinguer - intervista a Eugenio Scalfari, La Repubblica, 28 luglio 1981 (la copertina di Time non c'entra, mi piaceva e basta).
L'avevate riconosciuta, vero?

2 commenti:

Alligatore ha detto...

Che strano effetto rileggerlo oggi. Sembra un marziano, invece dice cose semplici, che dovrebbero essere patrimonio comune. Oggi non c'è nessuno in Parlamento che si possa minimamente paragonare a lui.

zesitian ha detto...

proprio vero, alligatore. quello che stupisce, nel rileggerlo, è l'attualità di un pensiero che avrebbe dovuto già allora essere posto alla base di qualsiasi ragionamento politico. e adesso non abbiamo alcun Berlinguer (dico abbiamo perché il soggetto sono i cittadini tutti, il Paese) all'orizzonte. anzi.