martedì 10 giugno 2008

Il ricatto

Allora, c’è un uomo con una scatoletta in mano. Non si dovrebbe mai cominciare una storia con “allora”, però questa è una specie di parabola o novella e se c’è stato un prima e ci sarà anche un dopo, questo è il punto in cui ci si ferma un momento a tirare le fila, viene da dire: allora?
Allora niente, c’è un uomo con una scatola in mano, e questa scatola è una bomba potentissima, e sopra la scatola c’è un pulsante rosso, come da tradizione.
L’uomo se ne sta lì. Non deve muoversi. Ha tutto quello che gli serve: la scatola che è una bomba che ha un pulsante. Lui sa che la bomba è tutto quello che gli serve.
A un certo punto –perché in tutte le storie a un certo punto succede qualcosa- passa un uomo ricco. E l’uomo gli dice: “Tu che sei ricco, vieni con me”. "Ma hai una bomba!" "Solo per difendermi: non vedi quanti poveri, immigrati e comunisti ci sono in giro?" "Vabbè, ma perché dovrei farlo?” risponderà il ricco. “Perché, con la bomba, ho il potere. Con i tuoi soldi, e con il mio potere, saremo al sicuro. Io diventerò ricco e il mio potere crescerà. Tu diventerai potente, e farai ancora più soldi”. E il ricco accetta.
Poi passa un disoccupato, ma potrebbe essere un precario: non si distinguono granché e comunque l’uomo con la bomba non è in grado di capire la differenza. Dice: “Vieni con noi”. Perché, gli chiederà l’altro. E lui: “Perché io ho la bomba, e la bomba ti proteggerà dagli immigrati che ti rubano il lavoro, dagli zingari che rapiscono i bambini e dai comunisti che li mangiano. Eppoi abbiamo i soldi”. “Sì, ma se vengo con voi –chiede il povero- mi darete un po’ di soldi?”. “No”, risponderanno all’unisono. “E un po’ di potere?” “No” “Almeno un lavoro”. “Vedremo - dirà l’uomo con la bomba - Intanto, stai con noi. Oppure vuoi stare con quelli che stanno con gli immigrati, gli zingari e...”. E il disoccupato o precario, che pensa che il martirio va bene per i poeti e i santi e i navigatori ma non per lui, accetta.
Poi passa un uomo di chiesa. E l’uomo con la bomba lo chiama: “Padre, venga con noi”. “Ma tu hai in mano una bomba”. “Certo, mi difende dagli atei e dai musulmani”. “E sei dalla parte dei ricchi, e noi uomini di Chiesa siamo dalla parte dei poveri”. L’uomo si aspettava questa obiezione, e infatti replica: “Sa quanto bene posso fare con tutti questi soldi?” “Sì, ma: l’anima?” insisterà il prete. E lui: “Meglio coltivare la vigna del Signore da padroni che da braccianti, non le pare?”. E l’uomo di chiesa accetta.
Poi passa un lavoratore. E anche a lui il nostro uomo dice: “Dai, vieni con noi”. “Se accetto, mi darete più soldi, premierete le mie capacità e mi farete vivere tranquillo?”. “No –risponderà l’uomo- però dove sta il potere, stanno i soldi. Infatti il ricco sta con me. E anche il povero. Come vedi, è una scelta bipartisan. Le tue capacità, ne abbiamo un gran bisogno: sei tu che mandi avanti l’azienda-Paese. E poi, se non ti senti tranquillo con noi, che siamo così forti…”. Il lavoratore è tentato di accettare. Però non è sicuro sicuro. “Come faccio a sapere che non sei un padrone peggiore del mio?”. “Non puoi: devi fidarti di me. Del resto, hai forse alternative?”. E finisce che, dopo averci pensato un po' su, anche il lavoratore sta con lui.
Poi passa un intellettuale. La proposta dell’uomo è ghiotta, ma così, su due piedi, non accetta. “Come vuoi, però se stai con me avrai sempre un mercato, anzi un pubblico, un grande grandissimo pubblico” “Non mi chiederai di parlare bene di te?” “Non ne ho bisogno: come vedi, tutti quelli che dicono qualcosa contro di me, ormai, non hanno grande pubblico. Sai com'è: business is business, e quello che vendo io va alla grande”. Per forza, pensa l'intellettuale, hai tutto tu. E comunque, visto che si guadagna il pane con le cose che dice e che fa, accetta. Almeno potrà dire a tutti un sacco di altre cose che gli stanno a cuore.
Poi passa un uomo di sinistra. E persino a lui il nostro uomo propone il patto. “Vedi, io voglio essere l'Uomo con la Bomba di Tutti. Facciamo la pace, dai –dice- e vedrai che le cose andranno molto meglio per tutti”.
Ma l’uomo di sinistra non accetta: “Hai le armi, e a me non piacciono. Hai nelle tue mani il potere, e in democrazia il potere dovrebbe averlo il popolo. Hai i soldi, e non li usi se non per avere ancora di più e non spartire nulla con altri. Hai la religione che ti affianca, e per me lo Stato è laico. Per me tutto questo è un cattivo esempio. Dovrei saltarti alla gola, piuttosto”.
“Vedi, se mi salti addosso – risponde l’uomo, imperturbabile - tutta questa gente, quella che chiami fratelli, compagni, uguali, mi difenderanno”. “E se invece non lo facessero?” “Lo faranno, eccome – replica l’uomo - perché sanno bene che, se per caso dovessi premere questo pulsante, sarà meglio non trovarsi vicino a dove ho messo la bomba. Per esempio lì, dove sei tu" "Ma è un trucco: se premi quel pulsante salteranno anche loro, anzi qui saltiamo tutti" "Già - annuisce l'uomo con la bomba - non ti pare una buona ragione per fare pace, all'ombra della bomba?".
E l’uomo, che fino a poco fa era di sinistra e pensa che un mondo senza bomba sarà pure possibile ma per ora non se ne parla proprio, accetta. Guardando la bomba più da vicino, vigilerà che non venga mai schiacciato il pulsante, e attenderà che l'uomo si addormenti per disinnescarla. O forse per impossessarsene, in nome del popolo sovrano.

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