mercoledì 27 febbraio 2008

Se lo dice la tv, allora è vero

Volevo linkarlo soltanto, ma tra una settimana non lo trovereste più. Quindi, spazio al corsivo di Robecchi su Il Manifesto di domenica.

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Scoop, gli Italiani sono poveri
Alessandro Robecchi
L'altra notte, mentre tutti dormivamo, la grande stampa italiana si è rifondata. Nuove edizioni dei più grandi quotidiani del paese hanno sostituito le vecchie, logore gazzette. Nuovi temi si sono affacciati sulle prime pagine, e tra tutti questo: gli italiani diventano poveri, l'inflazione sui beni di consumo frequente è quasi al 5%, la quarta settimana è un incubo vero e non più percepito, la questione dei salari è centrale e urgente. Non so cosa sia successo nella notte nelle più grandi redazioni del paese, controllerei se qualcuno ha versato Lsd nelle macchinette del caffè. Ma intanto non possiamo che rallegrarci: dopotutto a lanciare l'accorato allarme sono proprio gli organi di stampa che sostengono l'ineluttabilità di questo sistema economico, la sua inevitabile giustezza e perfezione. Chi non ha letto le fulminanti analisi sul liberismo che sarebbe di sinistra? Sul lavoro che è meglio flessibile? Sull'articolo 18 da abolire? Sulle visioni più o meno oniriche dei boss di Confindustria? A pensarci, sono gli stessi giornali che inneggiavano all'uccisione della scala mobile, che hanno passato vent'anni a dirci che l'inflazione non c'era più. Gli stessi giornali che per anni hanno tuonato: comprate i fondi! Fate il mutuo! E che oggi titolano Fondi a picco! Incubo mutui! Bisogna dire che la rifondazione della grande stampa nazionale è incompleta. Se ci si affanna per pagine a dire quel che ieri si negava (cioè che il potere d'acquisto si scioglie come i ghiacci polari), magari bisognerebbe fare un saltino avanti nell'analisi. Per colpa di chi? E la rendita si erode anch'essa? (no), e i profitti calano anche loro? (no). Dunque, abituati come siamo a chiedere l'impossibile, esortiamo la grande stampa nazionale a un nuovo sforzo, rifondarsi di nuovo in una notte e proseguire il cammino: perché il sistema crea tanti poveri in favore di pochi ricchi? Di chi è la colpa? Chissà se industriali e banche, che sono gli editori di quei giornali, saranno sereni nell'analisi. Francamente, mi stupirei.

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