E poi ci sono giornate come queste, in cui sembra che non succeda niente e invece qualcosa succede. Per esempio, l'orrendo governo dei governi cade - e i finiani riverginati già fanno la voce grossa, pazienza. E poi Pisapia che alle primarie vince. No, aspetta, mettiamola così: ora Sel, ex Rifondazione. Un comunista. Un comunista più o meno, va bene, ma ha pur vinto le primarie. Le primarie del nulladdì, va bene, ma pur sempre il centrosinistra. Vabbé. Intanto guardo vieniviaconme e sento Bersani e poi Fini e adesso Paolo Rossi. Ma prima stavo facendo i conti di casa.
E allora succede che ho visto che me ne mancano, che forse arrivano, speriamo presto. Poi succede che ho una lista lunga un giorno, un giorno e mezzo di cose da scrivere. E non ho ancora avuto tempo. Gente da chiamare. Quando? Improvvisa, sale alla mente che ho parlato di Dio tra le 17 e le 17.30. Più o meno, eh.
Poi succede che mi torna in mente la Bossi Fini sull'immigrazione, poi la 40 sulla Fecondazione artificiale, poi la legge elettorale. Perché? Mah. Un requiem per l'intelligenza, temo.
E senza congruenza, passo a ricordarmi che Saviano ha parlato di Pavia e di Neri e di Chiriaco. Devo scrivere l'articolo su Cattaneo. Devo finire il pezzo per gli Intolleranti. Devo finire il romanzo. Devo scrivere un racconto d'amore.
Succede anche che ho messo troppa grappa nel caffè, e forse per questo andrò a leggere Scerbanenco. Per darmi la buonanotte nera.
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