mercoledì 1 febbraio 2012

Ritorno a Weimar


Sono e resto terrorizzato dalla gente che dice di odiare i politici. Intendiamoci: li odio anche io, e molti se non tutti, ma non ho l'abitudine di confondere i ruoli con le persone. Sono questi politici, quelli che si sono autoreplicati negli ultimi venticinque anni, ad averci fatto sprofondare, per opportunismo, per soldi o per ignavia, nel pantano in cui ci troviamo oggi. Naturale avercela con loro. Il surplus di acredine, almeno per me, si deve anche al fatto che ho piena consapevolezza che siamo stati noi (la collettività) ad averli eletti - anche se in effetti non sempre abbiamo avuto scelta.
La paura, una paura paralizzante e cieca, mi viene quando leggo che Istat Eurispes Ipr tutti quanti concordano nell'affermare che, beh, la grande maggioranza di noi pensa che i partiti non servano a niente. Che sarebbe meglio abolirli. Che i sindacati si fanno solo i cazzi loro. Che non c'è giustizia quindi tanto vale. Che le tasse è meglio non pagarle perché in fondo il male è un altro. Che ci vorrebbero le spranghe. Che ci vorrebbero le bombe.
Dalle parole ai fatti, chiaro, non si passa in un momento: altrimenti saremmo in piena guerra civile da almeno dieci anni. Però negli ultimi anni, e con il Governo Zio che nessuno ama ma tutti vogliono, è risultato ancora più evidente che il sentire comune si è nuovamente ripiegato su se stesso.
Dalla disprezzabile politica stadio destra vs sinistra e relative tifoserie, campagne acquisti e trofei elettorali, con tanto di cori e sfottò e risse in Parlamento, siamo arrivati ai forconi, alla revanche neofascista a Roma, allo sdoganamento delle spedizioni punitive, alla rivendicazione delle simpatie neonazi. Come dire dalla rissa allo stadio siamo passati alla rissa-e-basta.
Perché è lo Stato, ora, il Nemico. Sono le istituzioni e tutti coloro che le rappresentano. I dipendenti pubblici fannulloni. Gli insegnanti perdiballe. I militanti politici, gente che ha bisogno di un lavoro serio. I magistrati, tutti politici, quindi privilegiati e faziosi. Solo la Polizia si salva - e con tutto il rispetto a undici anni da Genova (la 'macelleria messicana') non è che per questo stiamo tutti più tranquilli.
Con il paradosso che questa sub-cultura, ormai cultura egemone anche se non organizzata, non avendo più il Nemico da una parte sola ma tutto attorno, genera sempre più reazioni da sindrome da accerchiamento, da cane idrofobo: come i tassisti che menano chi non aderisce allo sciopero, i camionisti mischiati alla gente di forza nuova e ai piccoli boss che intimidiscono chi vuole passare, le pallottole in busta qui e là.
E i partiti, con la voglia di giustizia che è sempre più voglia di vendetta, non trovano niente di meglio di riproporre l'afasia del "Lasciamo lavorare questo governo", senza programmazione, senza militanza, senza proposta, fingendo di protestare contro "le banche", "i poteri forti", "l'Europa", senza capire che, se davvero finiremo in quest'epoca a identificare le Istituzioni come il nemico, e come un nemico burocrate, passacarte, impacciato dalle leggi e sanguisuga, se davvero non sapremo proporre nuovi modelli di democrazia e di rappresentanza, un giorno un barbiere psicopatico si sveglierà col piede sbagliato e il nostro dorato Weimar si dissolverà in una continua e furiosa battaglia per sopravvivere a un nuovo Uomo della Provvidenza.

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