Lo
zio Monti, così sobrio e alto, professorale. Così distante per
estrazione e stile. Uomo dei conti, con altre donne e uomini dei
conti, estrazione accademica, cattolico sociale. Capaci, volonterosi.
Entusiasmo, c'è entusiasmo. Nonostante la paura che gli uomini delle
banche, nel salvare il salvabile, cedano al gioco delle banche e ci
vendano tutti. Che il futuro del lavoro sia il lavoro del futuro,
precario e impalpabile, schiacciato dalla macchina anche se ammantato
dal paternalismo in stile Compagnia delle Opere: “Sia lode al
Signore se lavori” e il tuo lavoro resta al mio capriccio. Che
l'istruzione non si sappia difendere dall'etica del sacrificio,
prigioniera del ritornello: l'intellettuale, dopo tutto, non serve a
niente.
Nonostante
tutto. Perché è chiaro che l'entusiasmo ci contagia e ci deve
contagiare: sull'onda del rifiuto totale e completo di una classe
politica senza classe né politica, anche Sbirulino presidente del
consiglio sarebbe stato un bel miglioramento. E finalmente con lo zio
Monti torna gente che le sa, le cose, mica le improvvisa o fa gli
affari di Berlusconi.
Quindi,
a questa tornata si stringe il culo e ci si spera davvero. In attesa
di elezioni finalmente diverse, con una legge elettorale che abbia il
senso di realtà, se non proprio quello di democrazia.
Resta
solo il dubbio, sottile come una lama, che conoscere bene i problemi
non vuol dire per forza saperli vedere da altri punti di vista - condizione per risolverli, se vuoi davvero fare il Ministro della Repubblica.
1 commento:
Beh, dopo il Nanofardato qualsiasi cosa avrebbe destato entusiasmo, anche un'ameba con i ray-ban. Però come si fa a non concordare con la tua conclusione?
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