martedì 5 luglio 2011

Io sto con i Valsusini


Quello che dice Filippo è vero: a volte i torti stanno da entrambe le parti, o comunque finisce che tra i due litiganti uno dei due scivoli sulla buccia appiccicosa dei propri pregiudizi. E apprezzo il suo ragionamento, molto più di quello di altri, letti su Facebook, secondo cui è meglio ammodernare che deficere. E che la Val Susa non è mica Firenze o Venezia, o le Dolomiti. Dimenticando che la sindrome Me Ne Fott Tanto The Yard Is Yours è assai peggio dell'assai più citata Not In My Back Yard.
Ora: se ne potrebbe anche discutere, serenamente, se la TAV servisse.
Ma non serve.
La Lione-Torino non è sfruttata e non mancano i progetti alternativi per ammodernare l'esistente.
Il progetto Europeo prevede finanziamenti nell'ordine di un paio di milioni di euro. Il resto lo abbiamo già messo noi (Italia) e, guardando alla voragine degli appalti dell'Alta Velocità, ne tireremo fuori ancora parecchi.
Roba da indebitare i nostri figli fino ai cinquant'anni di età. E senza ricavarne alcun profitto.
I soldi che risparmieremmo evitando di bucare quella cazzo di montagna, che ha perfettamente ragione a non voler prestare il culo - come invece abbiamo fatto noi non ribellandoci a questo sistema - sono molti di più e potrebbero servire a sistemare scuole, ospedali o a scrivere una nuova puntata della saga Ridurre il Debito Pubblico.
I grandi appalti sono diventati terreno per le mafie, e non lo dice solo questa donna che parla ai poliziotti (foto qui sopra e questo video).
Ci stanno raccontando mucchi di balle: l'Europa non vuole l'opera a tutti i costi e comunque ha chiesto una Valutazione Ambientale che, giunta tardiva, era lacunosa e pretestuosa. Semplicemente, i treni rallenteranno un po'. E sul concetto di modernità, poi: cosa è moderno e cosa no, parliamone.
E su tutto aleggia il fatto - lo ricorda anche Filippo - che non si deve più permettere a nessuno di fare il buliccio con il culo degli altri: nessuno è mai andato a discutere una soluzione con i No Tav, prima. E adesso le cose, com'è naturale, precipitano. Raccolgono le sassaiole che hanno seminato.
Secondo me è ora di non cascarci più.
E di schierarsi: gli autonomi spaccavetrine e sassaiolisti - che normalmente non apprezzo molto - hanno difeso la popolazione locale presa prima per il culo, poi a metaforiche sberle, poi a bastonate e lacrimogeni.
Beh, tutto sommato li preferisco a Maroni.

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