lunedì 19 maggio 2008

Contrappassero

visto che la prima è piaciuta, nuova sciortstori.

Contrappassero

Erano faccia a faccia, in piedi nella saletta riservata al ricevimento.
- Il bambino deve capire che non può comportarsi così…
- Non si permetta, sa? – la interruppe la madre - Non mi dica come devo educare mio figlio!
Mentre la donna arricciava con eleganza le labbra e spalancava a dismisura gli occhi a ogni sua obiezione, l’insegnante di italiano storia e geografia disarmò.
- Lo ha preso di mira, è chiaro. Non sono mica scema, sa? Non siamo tutti intellettuali come voi, eh? Ma qualcuno di noi è intelligente.
Meglio non raccogliere, pensa l'insegnante, restiamo ai fatti: ha picchiato un compagno perché non gli prestava il telefonino.
- Ho già chiamato la madre per scusarmi, cosa vuole ancora? Un annuncio sul giornale?
È troppo irrequieto, in classe. Non sta attento e non studia.
- Forse perché nessuno li fa appassionare a quello che fanno, questi bambini. E anche i libri: così noiosi.
Serviva dire che il bambino sembrava aver bisogno di essere un poco più seguito, nello studio? Probabilmente no.
- Guardi che io esco al mattino alle otto e torno alle sette di sera. Cosa crede? Siamo gente che lavora, noi. Bello avere tutti i pomeriggi liberi come voi…
Non si fa mai trovare pronto, e l’altro giorno ha consegnato il tema in bianco dicendo che era troppo stanco. Ed era la prima ora.
- Per forza! Con tutti quei compiti che gli date…
Ha spiegato che era stato alzato fino a mezzanotte a giocare alla playstation.
- È l’unico momento in cui può stare con il suo papà. Cosa faccio, glielo tolgo? E poi erano le undici, suo padre ha voluto consolarlo per quel brutto voto in Storia.
Non sapeva chi era Giuseppe Garibaldi.
- Si sarà confuso. A lei non capita mai? O siete tutti perfetti, voi comunisti?
Al termine del suo quarto d’ora, la madre impettita prese la via del cortile tenendo per mano il piccolo teppistello. Il suo tailleur giacca pantalone frusciava di indignazione.
Poco fuori, un volatile giusto e misericordioso la centrò in mezzo alle tette ivessaintlaurent.

3 commenti:

Lo ha detto...

Mi permetto di segnalare, sull'argomento un bellissimo racconto di Cechov che ho letto ieri "Il papà" (1880). A dimostrazione di come le mamme non siano poi cambiate...

Anonimo ha detto...

Sono finito sul tuo Blog tramite Fernandel.
Ho iniziato a leggere le prime cose, e quello che ho letto mi è molto piaciuto.
Il tuo stile è rapido, pungente ed efficace.
La storia di questa mamma (ma potrebbe essere anche un babbo) centra in pieno alcune situazioni che sempre si ripetono durante i colloqui. Le centra così bene come ha fatto il passero ;-)

Se ti piace la scrittura breve, ti invito a dare un'occhiata a un progettino che si sta cercando di mettere in piedi e che è dedicato proprio alla scrittura breve: Un mondo in 1800 caratteri!.

A rileggerti.

zesitian ha detto...

ciao, Luca. Sì, ho dato un'occhiata e pensavo di iscrivermi. ci sentiremo. E grazie!